4 dicembre 2014 Galliformi alpini in Valle d’Aosta By admin / Enci / “Cacciatori responsabili – gestori!!!” La caccia, anche in montagna, fin dall’antichità è stata di vitale importanza per le sue popolazioni, dalle ere preistoriche fino all’immediato dopoguerra, quando il principale scopo era quello di procacciare del sostentamento per sé e i propri familiari, solo per i nobili ed i reali era considerata un arte e puro divertimento. In tempi più recenti con l’accrescimento generalizzato del benessere si è trasformata in una passione quasi esclusivamente ludica, in particolare quella con il cane da ferma all’avifauna. Un’attività specie quella ai galliformi alpini che riveste ancora un carattere particolare, fatto di impegno e fatica, mossi dalla ricerca di sensazioni autentiche a contatto con la natura, in ambienti incontaminati, legate a varie situazioni cane/uomo/montagna nel tentativo di insidiare dei selvatici unici e nobili. Caccia che fa sognare e ci invidiano coloro che amano la caccia con il cane da ferma e che la caccia in montagna non possono o non riescono a praticare. Il grande Mario Rigoni Stern scriveva: “Oggi le cose si vanno evolvendo rapidissimamente e vediamo come a un progresso tecnologico non corrisponda un progresso morale e tutte, o quasi tutte le manifestazioni della vita contemporanea ci portino a una forma di vita arida e condizionata ….. così che per l’uomo moderno persino la caccia diventa non passione ma forma di evasione da un’aridità quotidiana alla ricerca di una libertà perduta, alla riscoperta di un mondo che va scomparendo o, meglio, mutando rapidamente a causa di un progresso che consuma natura”. Quindi la caccia al giorno d’oggi e in futuro non può prescindere da quella valenza recondita spesso tramandata di generazione in generazione, ma deve essere affrontata con coscienza ed evolvere sempre più in termini scientifico/culturali al fine di non consumare questo “patrimonio naturale”. Un’attività anche per noi “piumaioli” valdostani che deve sempre più essere affrontata con la consapevolezza che essere cacciatori non deve significare esclusivamente trovare il tempo per l’addestramento e l’uscita a caccia, non possiamo e non dobbiamo ridurci ad avere soddisfazione e appagamento egoistico, personale interiore volto unicamente all’incarnieramento e al suo vanto. Questo approccio non è più attuale, reale e non più accettabile, l’attività venatoria oggi deve essere soprattutto “gestione faunistica” e “caccia etica e responsabile”. Nello specifico per i galliformi alpini le cui consistenze nell’ultimo trentennio hanno subito un drastico declino per vari fattori, inquinamento, abbandono delle culture agricole di montagna, mutamenti climatici, antropizzazione e urbanizzazione, disturbo turistico e non ultimo pressione venatoria, una gestione scientifica e condivisa e una caccia svolta con massima responsabilità e rispetto del selvatico sono ormai imprescindibili. E noi cacciatori dobbiamo essere i primi a pretenderlo. Il nostro apporto alla scienza con le impegnative attività di conteggio e monitoraggio tramite i cosiddetti censimenti estivi e primaverili ci viene ormai riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori. I cacciatori sono i soli che su base esclusivamente volontaristica e passionale garantiscono supporto indispensabile per delle attività che qui in valle si protraggono da svariati decenni grazie alla collaborazione di chi ci ha preceduto e alla lungimiranza delle istituzioni. Ormai anche se pochi, tutti insieme dobbiamo renderci sempre più interpreti della nostra gestione, dobbiamo essere consci di tale importanza e impegnarci con preparazione tecnica e culturale ad intendere le varie attività di gestione preliminari al periodo venatorio di valenza e opportunità di gran lunga superiore rispetto al tempo dedicato alla ricerca della preziosa ricompensa che ci viene concessa con i seppur sempre più stringati piani di abbattimento. Consapevoli che la ricerca di forme di attenta conservazione e di gestione faunistica scientifica, di estrema tutela, devono essere perseguiti con tenacia e condotti con professionalità per salvaguardare, incrementare e tramandare questo patrimonio unico. Il nostro obiettivo deve essere quello di incidere sul prelievo ammesso in base al lavoro di gestione faunistica e di miglioramento ambientale che tutta la letteratura scientifica di settore auspica rendendoci attori primari di attività condivise con le varie istituzioni preposte al fine di far progredire le varie consistenze che fortunatamente negli ultimi anni paiono stabili. Purtroppo le risorse pubbliche attualmente sono venute meno e quindi nell’immediato non ci si può attendere da altri delle azioni consistenti, pertanto l’apporto di tutti noi cacciatori valdostani sarà ancora più importante, sia come proposte che come attuazione di forme di gestione. Da subito sia nei conteggi, soprattutto quelli con il cane (che nelle eventuali azioni di miglioramento ambientale), la partecipazione e l’apporto dei cacciatori devono essere funzionali e rigorosi, le numerose e vaste aree campione, le variabili meteorologiche e della natura interferiscono molto sul lavoro svolto, sul tempo che dedichiamo e l’impegno profuso, bisogna cercare di ottimizzare le risorse ma tutti devono trovare il tempo per partecipare. Sappiamo tutti che le nostre attività di censimento non si riducono a qualche ora di “sbinocolata” all’alba o al tramonto e che il tempo da dedicare è molto e il lavoro articolato, che arriviamo ai periodi previsti con i cani non allenati, ma coloro che ambiscono a praticare la caccia ai galliformi alpini devono evolvere e trasformarsi in gestori disponibili e appassionati. Tutti abbiamo poco tempo da sottrarre agli impegni quotidiani che la frenetica vita odierna ci impone ma, se vogliamo in futuro ancora praticare la nostra caccia, questa è l’unica strada e tutti uniti dobbiamo fare il salto di qualità, fare squadra, metterci in gioco, ognuno come può deve arrivare a dare la disponibilità a collaborare con le attività predisposte dall’ ufficio fauna e dalle stazioni forestali al fine di ottenere riscontri scientifici positivi finalizzati al medesimo obiettivo. Paolo Dellavalle (delegato Valle d’Aosta commissione avifauna UNCZA)