4 dicembre 2014 Continentali in montagna By admin / Enci / L’ amico Meo un bel dì mi chiama e dopo avermi parlato del nuovo sito mi chiede di scrivere qualcosa sui continentali e la caccia ai galliformi alpini …… Bel problema, tra lavoro e famiglia il tempo e’ sempre poco per qualsiasi cosa ma la passione e’ tanta e allora avanti.. La montagna! Il migliore poeta, pittore, fotografo non potrà mai far rivivere le bellezze e le sensazioni che si godono durante le giornate trascorse sulle sue vette e i suoi colli, nei suoi boschi e negli alpeggi alpini, la sua natura, è inimitabile, mai uguale. Tanto romantica nei suoi colori autunnali e primaverili, tanto nostalgica e discreta quando la nuvola l ‘avvolge, terribile e spaventosa quando il temporale o la tempesta la colpiscono e vergine ed immacolata quando il ghiaccio e la neve la ricoprono. Ogni giorno diversa! Dall’antichità la sua fauna e’ stata di vitale importanza per le sue popolazioni e anche al giorno d’oggi la caccia nelle alpi riveste un carattere particolare, fatta di fatica, passione e tradizione. I continentali! Mi appassiono a loro grazie ad un drahthaar e adesso il mio ausiliare e’ un kurzhaar! Non sono un cinofilo di lungo corso e quindi ho pensato di far contento Meo raccontandovi di “Firn” un deutsch drahthaar, un cane a me molto caro, il cane che mi ha fatto prendere la decisione di iniziare la caccia con il canre da ferma, esempio di come per me deve essere un continentale adatto alla caccia in montagna, il cane ideale a cui ambisce un appassionato di montagna, e lascerò ad altri più preparati scrivere di aspetti cinegetigi e tecnici in relazione ai continentali. In Valle d’Aosta, da una ventina d’anni ormai, i cacciatori devono scegliere ogni anno il tipo di prelievo che si vuole effettuare, ungulati, lagomorfi o avifauna e in percentuale sul totale dei cacciatori valdostani i primi rappresentano il 91%, i secondi il 7% e noi poeti cacciatori che ci accompagniamo con il cane da ferma, sarà per la rarefazione del selvatico o per le difficoltà del tipo di attività, siamo in estinzione e siamo rimasti circa il 3%. Come quasi tutti quindi nasco come cacciatore di camosci e ho sempre e solo cacciato nelle montagne intorno al mio paese natale, ai piedi del Monte Bianco, insieme al mio “socio” nonché maestro André, vero uomo di montagna,….di professione guida alpina e maestro di sci! Grande appassionato e precursore della caccia di selezione, dotato di grande sensibilita’ ed etica venatoria. Come tanti aspetti della vita gli amici e il caso mi hanno fatto propendere per un continentale come ausiliario della mia caccia, ma tutto nasce da “Firn” il deutsch drahthaar del mio amico e socio. Nel pieno della tipicità della razza, un cane fiero, molto attaccato al suo padrone, riservato e serio con spiccata attitudine alla caccia di qualsiasi tipo di selvaggina, e dotato di uno straordinario senso del selvatico e di un olfatto molto sviluppato. La cosa che mi sorprese da subito la sua innata capacità di adattamento su ogni tipo di terreno e il collegamento naturale. Fu il nostro compagno di caccia negli ultimi anni che andammo ad ungulato e fu addestrato con pazienza e dedizione al recupero del ferito su traccia, dando delle belle soddisfazioni ad Andrè, il quale però non disdegnava di portarlo di tanto in tanto in terreni vocati per il gallo e la bianca. Tanté fin da giovane Firn dimostrò grande senso venatico e naso sopraffino e tanta disciplina e dedizione. André viste le attitudini aumentò le uscite in addestramento al gallo forcello e alla bianca e incominciò a partecipare ai censimenti estivi. Il cagnone dimostrò capacità di trattare il selvatico pressochè naturali e grandi doti di resistenza e passione nel cacciare in ambienti ostici, irti, sporchi e sulle pietraie. Il passo fu breve, la voglia di dedicarsi alla caccia alla tipica alpina e la passione per i cani mi coinvolse ed insieme circa 7 anni orsono decidemmo di cambiare caccia! Per questo ovviamente mi presi anch’io un cane valido e conoscendo l’esperto e stimato amico Kurzhaarista Trentin di Aosta incominciai anche grazie a lui l’avventura con i Kurzhaar “da montagna”. Ma torniamo a Firn che così come noi dovettimo cambiare tecniche, riporre le carabine nell’armadio e concentrarci su un mondo nuovo fatto di tiro a volo, ricerca di zone vocate e strategie venatorie del tutto sconosciute, il cagnino dovette scordarsi ungulati e tracce in fretta ma dei tre si rivelò sicuramente il più precoce, il primo ad adattarsi, appassionarsi e a specializzarsi alla nuova caccia soprattutto a quella al forcello. Per tutti noi i primi anni furono una sorta di tirocinio, fatto di delusioni dal punto di vista “balistico” e “tattico” e poche soddisfazioni di carniere, infatti come dice sempre un grande altro maestro che ho avuto, “in montagna non si improvvisa” e questo vale per l’uomo e per i cani ma l’entusiasmo e la passione erano grandi e le cose migliorarono. Firn si rivelò un grande cane da montagna, si appassionò subito ai selvatici, che trattava benissimo, dimostrò tanta passione e volontà, un cane tenace con tanta voglia, si dimostrò anche un grande scovatore e riportatore perfetto senza rovinare per niente il selvatico. Dotato di molto fondo, robusto il giusto, un naso sopraffino, una ferma sicura e solidissima, e tanto senso del selvatico, prudentissimo nell’avventare i galli, sempre collegato pur con aperture ampie e sempre voglioso di salire alla ricerca di emanazioni ormai sempre più rare. Di più penso non si potesse predentere, nei suo quattro anni di vera attività ci ha regalato tante emozioni, tante belle azioni e bellissime giornate. In questi ultimi anni il suo apporto era ormai ridottissimo ma Andrè d’ogni tanto lo portava, tanto che l’anno scorso dimostrò ancora una volta il suo grande valore………di fatto è stato il suo l’ultimo e indimenticabile giorno di caccia e mi emoziono ancora nel scriverlo e ricordarlo………era un pomeriggio di fine novembre, il giorno della chiusura di una stagione strana calda e secca tanto che andammo senza troppe speranze di concretizzare in una piccola zona solitamente inacessibile dopo i primi freddi per il ghiaccio e la neve. Dopo aver tralasciato la parte bassa spoglia e ormai priva di irraggiamento solare, fatti un paio di tagli nel bosco senza incontro ci spostiamo in alto al limitare di un canale sotto le roccette dove sappiamo che in tardo autunno a volte si raggruppano i galli alla ricerca del tepore. Il mio kurzhaar in cima al canale prende una forte emanazione, incomincia a montare deciso con la coda a mille, ci siamo, chiamo Andrè che è sotto di circa 50 metri con Firn ovviamente quasi al piede, intanto il kurzhaar va in ferma poi, inizia di nuovo a risalire e a guidare a strappi, di sicuro c’ è qualche forte emanazione, ma noi sappiamo che in questo periodo è difficile che i vecchi tengano tanto la ferma e infatti …. si mettono in ala sei sette galli tutti insieme, fortunatamente nel frattempo siamo riusciti a risalire faticosamente e in qualche maniera a prepararci al trio, io punto a quello che mi passa a minor distanza che ahimé incassa e va a planare in fondo al canale in un grosso bosco di larici e abeti…. Andrè invece è più bravo e fortunato e un gallo transita nei suoi pressi e corona la sua giornata e la ferma del mio Kurzhaa. Un po’ sconsolato frastornato dalla situazione ovviamente ripenso alla bellissima azione di caccia, all’occasione e al gallo ferito … ma dopo aver recuperato il gallo di André e onorato a dover il capo abattutto, ovviamente scendiamo in fondo al canale e nel bosco a cercare l’altro gallo. Gira e rigira ormai la luce si fa fioca e le speranze sono ridotte al lumicino quando ad un tratto sento Andrè che mi chiama a gran voce, Firn non torna!!! Non lo trovo!!! Ovviamente non aveva campano o beeper il vecchio Firn …. mi precipito nella sua zone e dopo aver risalito il bosco in un canaletto lo troviamo sfinito ma fiero con al fianco la “spoglia” del Gallo. Baci, abbracci e urla di gioia, le emozioni della nostra caccia! Quello è stato il suo ultimo gallo, circa un mesetto fa Firn ci ha lasciato alla veneranda età di quasi 14 anni. Grazie Firn non ti scorderò mai! Un continentale da montagna! Paolo Dellavalle (Gruppo Cinofilo Valle d’Aosta)